Primo Levi, “ Il sistema periodico “, Einaudi Editore

Come è noto Primo Levi fu deportato ad Auschwitz e, come egli stesso scrive, la sua professione di chimico gli salvò la vita nella fase di smantellamento del campo da parte dei tedeschi. In questo libro, partendo dalla Tavola periodica di Mendeleev, Levi racconta episodi significativi della sua vita ciascuno legato ad un elemento chimico differente mostrando come la chimica abbia profondamente influenzato la sua vita ed offrendo a noi alcuni spunti di riflessione.

Questo libro si compone di 20 episodi in gran parte autobiografici, quasi tutti scritti da Primo Levi nella piena maturità. Sono soprattutto ricordi di gioventù: di studente prima e, poi, di esperto chimico. Pochi gli accenni al suo internato ad Auschwitz o a dell’essersi salvato dalla camera a gas in quanto chimico ma proprio questo esser chimico che gli ha dato una mente pensante, scientifica, curiosa, pratica, gli ha offerto anche un cuore poetico e altruista.
La sua scrittura è piana, sintetica e semplice: riesce a comunicare, con grande compostezza e dignità, il suo entusiasmo e la sua passione, che gli hanno permesso di rimanere fedele alla vera nobiltà dell’Uomo, acquisita in cento secoli di prove ed errori, consistita nel farsi signore della materia.
E solo chi può scorgere nel sistema periodico di Mendeleev una poesia più alta e solenne di tutte le poesie, può esprimersi con tanta appassionata lucidità e trasmettere con tanta sensibilità l’amore per la materia, per la natura e per l’Uomo. Ma non finisce qui, Levi, con il Carbonio, ci fa letteralmente volare la fantasia seguendo secoli di vita in un batter di ciglia e ci fa comprendere quanto sia vera la sua affermazione che essere scrittore e chimico è assai importante, l’uno è un catalizzatore di idee per l’altro.

 

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